Palma il Vecchio - Sacra Conversazione con donatori (1525)
Le Sacre Conversazioni sono per lo più commesse da privati o enti religiosi, e questo appare evidente nelle opere stesse, quando la richiesta perviene da qualche priore o vescovo, il Palma dipinge in maniera più prettamente veneziana, con un tipico fondale belliniano e la preminenza marcata della sacra famiglia, mentre alla committenza privata esso regala l'ascesa alla divinità, l'intimità al divino, con linearità di contorni e verismo più vicini al Lotto.
Al Museo nazionale di Capodimonte (Napoli) è conservata una Sacra Conversazione (immagine sopra) che non solo avvicina i piani tra la Sacra Famiglia ed il committente, ma tutti i personaggi, tranne la Vergine richiamano gli spettatori a guardare chi l'opera l'aveva commissionata, con benedicenza del Bambino Gesù.
Nell’angolo in basso a destra sono ritratti dei mecenati o dei benefattori, chiaramente una coppia sposata. Indossano abiti contemporanei e guardano con ammirazione la Sacra Famiglia accompagnati dai santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria. Gli antichi drappeggi delle figure sacre sono dipinti con colori molto brillanti caratteristica che pone i personaggi in evidenza rispetto al paesaggio idilliaco.
Palma il Vecchio si specializzò in dipinti di questo genere chiamati Sacra Conversazione, Queste opere erano in genere private e rappresentavano coloro che le commissionavano vicino alla Vergine. Le sue opere sono riconoscibili dalla composizione orizzontale e dai colori energici, influenzati dal Tiziano. Nel 1841 il dipinto viene venduto da un attore di successo del teatro napoletano (Domenico Barbaja) alla dinastia borbonica che regnava.