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IMMACOLATA CONCEZIONE E LA LUNA 

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Il dogma dell’Immacolata Concezione è un dogma prettamente cattolico,  in parte disconosciuto da altre confessioni religiose cristiane, proclamato l’8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, da papa Pio IX e che riconosce che la Vergine Maria è stata da Dio preservata immune dal peccato originale fin dal suo concepimento.

 

L’Assunzione di Maria in Cielo è stata riconosciuta come dogma della fede cattolica il 1º novembre 1950, da papa Pio XII, con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus e per cui la Vergine Maria, fu assunta alla gloria celeste con l’anima, senza definire se l’Assunzione di Maria sia stata preceduta da un sonno profondo (Dormitio Virginis) oppure dalla morte fisica. Esisteva già nel lontano passato, si pensa già dal V sec. d.C. la credenza, per alcune chiese cristiane o protocristiane, secondo cui la madre di Gesù vivesse in cielo non solo con l’anima ma anche con il corpo.

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La luna era considerato già nella tradizione ebraica simbolo del popolo di Dio, chiamato ad illuminare il mondo offrendo il riflesso della luce purissima del Creatore. Nell'Apocalisse, la Chiesa è presentata come una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle. Ben presto il sensus fidei del popolo di Dio ha riletto il simbolo alla luce del mistero della Vergine Maria, andando a influenzare tutta l'iconografia legata alla Madonna.

 

Il simbolo della luna crescente ha un’origine pagana. Dal VII secolo a.C. la città di Bisanzio (poi Costantinopoli, capitale dell’Impero d’Oriente) fu dedicata alla dea greca della caccia Artemide (Diana cacciatrice per i Romani), il cui simbolo era proprio una luna crescente, simbolo utilizzato dalla città per quasi mille anni e cioè fino all’arrivo di Costantino “il Grande”.

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Il Capitolo 12 dell’ Apocalisse di Giovanni recita:  quanto segue: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.”.

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Nel dipinto del 1640 - Diana di Jules-Joseph Lefebvre
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