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MADONNA CON BAMBINO - MASSIMO STANZONE - 1640 NAPOLI

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Se guardiamo bene questo quadro, sembra una foto di una mamma con il suo bambino. Il pittore prende le distanze dalla Madonne stereotipate del 500 e si avvicina molto al realismo del Caravaggio, prendendo da lui anche l’utilizzo meraviglioso delle luci e delle ombre per dare risalto alle figure.

 

La posizione più comune nell’iconografia classica è quella di “stringere a se il bambino al seno” come a voler avvicinare il concetto di cibo (latte) al cibo “spirituale” di cui ogni bambino si deve nutrire per crescere, ad eccezione di Gesù che aveva gli elementi di spiritualità dalla nascita.

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In questo quadro la figura centrale è quella del bambino e questo è un altro elemento innovativo . Affinché l’attenzione dello spettatore si concentri sul bambino il pittore inserisce un elemento di “disturbo cromatico” ovvero un telo arancione, colore che non appare quasi mai in quadri di questo tipo. I pittori del 500-600 di solito utilizzano parte della veste della Madonna per coprire/proteggere il bambino.

 

Il viso della Madonna sembra proprio quello di una ragazza giovanissima, inconsapevole del suo futuro, che guarda lo spettatore con dolcezza, con uno “strano rossetto” e con il capo velato da un velo trasparente che le copre anche il collo dello stesso colore della tunica del bambino. Il velo non è proprio di un bianco candido ma di un bianco (simbolo di purezza) leggermente grigio, per non distrarre lo spettatore dal candido bianco con sfumature di rosa della pelle del bambino è il vero protagonista del dipinto.

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Il sapiente utilizzo della luce e quindi dei chiaroscuri, fa si che la Madonna risalti su uno sfondo nero per non distrarre lo spettatore (a differenza di uno sfondo con paesaggio)  e per farne risaltare il colore.  Parte del suo volto è in penombra e questo crea una linea obliqua non in linea con le pieghe del mantello

 

 Questo spezza la logica delle linee del 500 che dividevano il quadro in linee verticali e oblique e crea un gioco di linee spezzate, un triangolo con la parte sopra della tunica con un chiaroscuro che riprende e bilancia il panno arancione che protegge il bambino.

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Cosa dire poi della meraviglia del volto? Assolutamente fuori dai canoni per il rossetto ma anche per la forma. Il volto sarebbe stato un ovale perfetto se non ci fosse il chiaroscuro, ma il pittore vuole rendere il volto dolce ma anche un po’ spigoloso, con un mento a punta che rompe la perfezione del cerchio. Forse il pittore faceva riferimento al fatto che Maria fosse perfezione perché senza macchia ma che non potesse non provare dolore per il futuro di suo figlio e questo sentimento non fa parte dell’universo dei “sentimenti perfetti”

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