
Posizione del bambino
Il bambino sembra ricordare i putti /angeli o il bambino sorridente e leggiadro che a volte Raffaello riprende nei suoi quadri. Non sembra certamente il Cristo che pensa alla passione.
Nel candore del volto, nell'incarnato tenue ma che rivela già delle gambe forti e dei piedini che hanno voglia di correre il "Bassano" prende la maestria dei suoi parenti ma non riesce a dare la sensazione del 3D in quanto il vestito della Madonna non solo è troppo scuro ( un blu che non si trova frequentemente ) ma non presenta le pieghe che di solito danno la sensazione della profondità dei dipinti di quell'epoca ( ricordiamo che avevano scoperto la prospettiva ma non gli effetti della luce) Bellissimo invece il fatto che porga le manine da un lato alla donna a fianco della Madonna (di cui non conosciamo l'ìdentità) e il francescano che però ha le mani giunte !! forse un ripensamento ?? Questo espediente pittorico serve inoltre per concentrare l'attenzione sul bambino invece che sulla Madonna come in altri quadri del periodo . INSOMMA QUI IL BAMBINO E' IL PROTAGONISTA INDISCUSSO
Posizione delle mani
Nella pittura iconografica il gesto della mano guida, benedice, indica, accoglie, supplica, riceve e consacra e la disposizione delle dita segue ogni volta un rituale preciso che mette in evidenza il momento mistico che si è voluto immortalare.
Nella tradizione orientale la mano destra è l’emblema dell’autorità sacerdotale e tradizionalmente è messa in rapporto con l’aspetto della “misericordia”, mentre la sinistra con quello del “rigore”. Nella pittura iconografica il Cristo Pantocratore conserva la sua espressione regale e severa e solitamente è ritratto con la mano destra benedicente, mentre con la sinistra, simbolo di rigore e giustizia, regge il libro chiuso (o aperto) della Legge.
Spesso le sue dita sono atteggiate nel movimento che riproduce il monogramma “IC XC”, forma abbreviata di Iesus (IC) Christos (XC). In questo caso tre dita - pollice, anulare e mignolo - si uniscono per ricordare la sua natura Una e Trina, mentre l’indice e il medio vanno ad incrociarsi leggermente. Questa leggera sovrapposizione delle due dita ricorda la X latina, la Jod ebraica ed il numero Dieci, simbolo di “potenza, splendore, gloria e onore” e trova corrispondenza con la Khi greca e la lettera Delta che riassume lo stesso identico significato. Il termine Pantocratore, dal greco “panto” “tutto” e “krateo”, che vuol dire “dominare con forza”, mette già in evidenza la regalità della Sua persona.
Il libro chiuso fa riferimento al rigore ed a Cristo Giudice Giusto che tornerà alla fine dei tempi per condannare o assolvere, mentre il libro aperto, simbolo di Scienza e Saggezza, riporta al suo aspetto misericordioso ed alle parole: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi ed io vi ristorerò” (Mt.11,28). ( Fonte :
http://www.accademiasalute.eu/wp-content/uploads/2015/10/Il-linguaggio-delle-mani-nellarte-iconografica.pdf )
Benefici effetti si hanno anche quando la punta dell’indice va a toccare il pollice, lasciando le altre tre dita distese, ma non rigide. In questo caso si sta utilizzando il mudra “della Conoscenza” che ha la capacità di togliere la sonnolenza, aiutare la concentrazione del pensiero e ridurre le negatività della mente

Nelle scene dell’Annunciazione i gesti dell’Arcangelo Gabriele e della Vergine Maria sono altrettanto densi di contenuti. Quell’ energico movimento della mano dell’Arcangelo, protesa verso Colei che darà alla luce il Figlio di Dio, riproduce il mudra “della Saggezza” che ha il potere di aprire i centri vitali e facilitare lo sviluppo della mente.
In Isaia (7,10) troviamo scritto: “il Signore vi darà un segno. Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele (Dio-con-noi)”. Maria prenderà così il nome di “Madre di Dio del Segno”, quando verrà ritratta con le mani aperte e le braccia alzate nell’atteggiamento dell’“orante”, con l’Emmanuel benedicente sul suo cuore. Il Figlio viene rappresentato imberbe, a volte con le braccia aperte e altre volte con la destra benedicente e la sinistra che chiude il rotolo della Legge.
Non possiamo sapere quali siano state le intenzioni dell'autore male ipotesi possono essere:
- la persona vicino a Maria è l'angelo che"dà al bambino il mudra “della Saggezza” che ha il potere di aprire i centri vitali e facilitare lo sviluppo della mente" e tramite il piedino del bambino che tocca la mamma anche a Maria.
- Maria ha nella mano sinistra il libro simbolo di rigore e giustizia
- possiamo ipotizzare che la presenza del Francescano indichi la carità
- la mano destra dell'"Angelo" è tradizionalmente è messa in rapporto con l’aspetto della “misericordia"
ecco che il "Bassano" riassume in questo quadro tutte gli elementi della Cristianità.
I vestiti e gli ornamenti
L'accuratezza nel vestito della Madonna e nelle pieghe dei capelli e dei veli ci fa capire come sia bravissimo nel gestire il pennello e le sfumature di colore . Ci chiediamo allora perchè non fa lo stesso per il mantello blu della Madonna?
Forse è un'escamotage pittorico voluto per far risaltare la figura del bambino che sembra essere su un'altro piano rispetto al resto del quadro.
Vuole forse far risaltare il fatto che lui è divino e il "secondo piano pittorico" è umano.
La prospettiva
Guardando anche altri quadri del pittore notiamo però come sia più abituato a scene grandi con molte persone e che nei ritratti non dia importanza agli sfondi che diventano molto piatti.


IL PITTORE
Terzogenito di Jacopo Bassano, fu istruito nella bottega di famiglia, lavorando spesso, nei primi anni di attività, nella sua città natale. Fattosi già una notevole fama di ritrattista, dopo la morte del padre e di suo fratello Francesco, decise di stabilirsi a Venezia, nel 1592, dove si occupò prima di tutto di completare i lavori lasciati incompiuti dal fratello. Nello stesso periodo venne richiesto nel cantiere di decorazione del Palazzo Ducale.
Sebbene il suo stile si basi fortemente sull'ultima maniera del padre, soprattutto come ritrattista mostrò una certa influenza da Tintoretto, con una predilezione per la linea di contorno marcata, allontanandosi dal gusto per la colorazione brillante della bottega paterna.
Il Ridolfi ([1648] 1924, p. 170), ripreso poi dal Verci (1775, p. 184), offre una vivace immagine dell'uomo D.: "era di humor malenconico, ma dedito a trattenimenti del canto, e del suono e ad altri piaceri. Dilettavasi suonar il liuto, e ritrovavasi volentieri ove si esercitavano simili passatempi, per sollevar l'animo dalle noie, che porta seco la Pittura. Teneva molti scolari in casa e conducevali seco quando se n'usciva; un de' quali gli portava lo stocco dorato, l'altro il memoriale, per ridursi a mente le cose, che haveva a fare, dimostrando grandezza e splendore in ogni sua attione. Vestiva di ricchi panni con collana al collo e l'insegna di San Marco". Univa alla mania di grandezza quella di persecuzione: invitava alla sua ricca mensa tutti i giovani scolari, che dovevano assaggiare "prima ciascuna delle vivande, per lo continuo sospetto che haveva d'esser avvelenato ... Teneva casa allestita, praticata da molti signori".
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